Author: CECCATO MARCEL ; Type of thesis: Master Thesis
Abstract: L’uso di materiali superconduttori per la costruzione di cavità RF per gli acceleratori di particelle, permette di ottenere degli alti gradienti di accelerazione con basse perdite termiche. Tra tutti i possibili materiali, il niobio massivo puro, con Tc = 9.2 K, presenta il migliore comportamento superconduttivo se sottoposto ad alti campi di RF. Per ottenere alti fattori di qualità (Q0) e alti campi acceleranti (Eacc), sono necessarie superfici piatte e libere da difetti superficiali. Le dispersioni si generano in uno strato superficiale di 50-100 nm che presenta
esternamente l’ossido nativo (5-10 nm) solitamente contaminato da polvere ed elementi adsorbiti durante il processo di pulitura superficiale.
I processi di pulitura chimici BCP (Buffer Chemical Polishing) generano ottime superfici, nel particolare la lucidatura chimica ottenuta con la miscela FNP 1:1:2 (Acido Fluoridrico, Acido Nitrico, Acido Ortofosforico 1:1:2 v/v/v) da Kinter1 offre anche ottimi rendimenti. Nonostante questo, con il miglioramento delle tecniche di produzione, il trattamento finale è diventato il vero fattore limitante per l’ottenimento di gradienti acceleranti superiori a 35-40 MV/m2. L’EP (Electrochemical Polishing) rappresenta una valida alternativa offrendo, già dalle prime applicazioni, un miglioramento rispetto ai processi chimici standard di lucidatura. Infatti, anche se non è completamente chiaro il motivo, le superfici elettrolucidate presentano gradienti acceleranti maggiori delle superfici lucidate chimicamente. D’altronde l’impiego dell’elettrolucidatura, condotta in HF 36% / H2SO4 4%, non evita l’uso di agenti chimici alquanto pericolosi. Nasce da questi presupposti codesto lavoro di tesi che si propone l’ambizioso obiettivo di rendere il processo più sicuro e allo stesso tempo meno costoso. Continue reading
Categoria: Tesi
All types of thesis
Densificazione di scariche a bagliore in dispositivi magnetron sputtering tramite accoppiamento di sorgenti Hollow Cathode-Master Thesis Pira Cristian
Author: Pira Cristian ; Type of thesis: Master Thesis
Abstract: Positive cum laude
ABSTRACT
Questo lavoro di tesi si propone di realizzare un nuovo tipo di sorgente per la deposizione di film sottili con velocità più elevate dei tradizionali sistemi magnetron sputtering e con un’erosione più uniforme del target.
Nelle tradizionali sorgenti di sputtering a diodo il plasma è sostenuto da una scarica elettrica in vuoto, in cui gli elettroni prodotti ionizzano il gas presente. Gli ioni del gas bombardano il target che funge da catodo, i cui vapori si depositeranno sul substrato, crescendo un film sottile ad elevata purezza. Il problema di queste sorgenti è la ridotta velocità di deposizione, a causa del fatto che gli elettroni vengono assorbiti dall’anodo (cfr. capitoli 1 e 3).
Oggigiorno le sorgenti a diodo, salvo specifici casi, sono state sostituite dalle più efficienti sorgenti a magnetron, in cui gli elettroni, spiralizzando attorno alle linee del campo magnetico, percorrono un cammino più lungo prima di arrivare all’anodo e producono pertanto un maggior numero di collisioni ionizzanti. Sono state poi sviluppate numerose configurazioni che mirano all’aumento della ionizzazione del plasma, in quanto è fondamentale aumentare la velocità di deposizione se si vuole utilizzare questa tecnica anche in campo industriale.
Due sono le strade che si possono seguire: aumentare ulteriormente il cammino degli elettroni, come ad esempio nelle sorgenti ECR (Electron Cyclotron Resonance) dove si sfrutta una sorgente a microonde; oppure aumentare la densità elettronica, e di conseguenza anche la densità ionica (un plasma deve essere sostanzialmente neutro) con l’ausilio di una seconda sorgente di elettroni. Nel passato si è indagata la possibilità di accoppiare al magnetron un filamento emittore di elettroni che sostenga la scarica, (…)
Continue reading
Design, progettazione e costruzione di un impianto da sputtering per deposizione su substrati di grande area-Master Thesis Pretto Nicola
Author: Pretto Nicola ; Type of thesis: Master Thesis
Abstract: Il presente lavoro di tesi ha visto la progettazione meccanica, mediante Autodesk® Inventor™ “Professional 2008”, di una camera da Ultra Alto Vuoto per la deposizione fisica da fase vapore -magnetron sputtering- di film metallici su substrati nastriformi, adottando un sistema di movimentazione di tipo roll-to-roll. La peculiarità di questo apparato è quella di poter trattare, in un’unica sessione, un nastro continuo lungo anche qualche centinaio di metri. Il progetto è nato contestualmente alla necessità della TFE (Thin Film Equipment) di avere un impianto pilota semi-industriale per la produzione in continuo di film sottili di silice su materiale plastico. Con tale apparato, la TFE intende effettuare uno studio di processo atto a caratterizzarne i parametri ed a verificare le caratteristiche dei film, in vista della possibile costruzione di un vero e proprio impianto industriale per la STMicroelectronics. In particolare, la progettazione della macchina è un’operazione di refurbishing di una parte di un sistema da vuoto già esistente e parzialmente funzionante, ma oramai dismesso, che fu costruito allo scopo di conservare le cavità a quarto d’onda in piombo dell’acceleratore dei Laboratori Nazionali di Legnaro in un ambiente il più possibile pulito: il vuoto spinto. Questa camera, oltre a poter essere impiegata come impianto pilota per uno studio di processo industriale di deposizione su nastro, è stata predisposta anche per poter trattare substrati generici, all’occorrenza, previa rimozione del sistema di movimentazione. L’operazione iniziale è stata la trasposizione su file dei due sistemi da vuoto dismessi; quindi è stata effettuata una veloce analisi degli spazi destinati ad alloggiare il futuro impianto, ne sono stati definiti gli utilizzi ed i requisiti tecnici, sono stati valutati gli interventi da effettuare ed infine sono stati presi in considerazione gli accessori da applicare, con particolare attenzione ai sistemi di deposizione e di movimentazione del nastro. Continue reading
Preparazione e studio di filmsuperconduttori di nb3sn e v3si per applicazione incavità risonanti in radiofrequenza-Magistralis Degree Thesis Nicola Pretto
Author: Nicola Pretto ; Type of thesis: Magistralis Degree Thesis
Abstract: Le cavit`a acceleratici in radiofrequenza vengono utilizzate per la costruzione degli acceleratori di particelle (ioni o elettroni) e possono essere normalconduttive, in Rame raffreddato, oppure in materiali superconduttori, ed in particolare in Niobio massivo.
In vista della costruzione di nuovi dispositivi di questo genere, all’Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare, presso i Laboratori Nazionali di Legnaro, si sta
studiando la possibilit`a di applicare materiali A15, tipo Nb3Sn e V3Si, al posto del Nb. Il progetto prevede l’iniziale produzione di prototipi 6 GHz che permettono l’immediata verifica, su piccola scala, delle propriet`a RF del materiale e che porteranno alla produzione di altri tipi di cavit`a.
I materiali A15 sono estremamente fragili, per cui devono essere necessariamente ottenuti sotto forma di film sottili sulla superficie di pezzi meccanicamente stabili (lastrine o cavit`a) anzich´e in forma massiva.
La tesi ha preso in considerazione i trattamenti preliminari eseguiti sui cam- pioni prima dell’ottenimento dei film di A15, lo studio dei parametri di processo per ottimizzare lo stesso, i successivi trattamenti utili a migliorare la superficie esterna del superconduttore.
In contemporanea `e stata messa a punto la preparazione superficiale delle cavit`a 6 GHz in quanto, come `e noto, una buona superficie di partenza `e essenziale per il raggiungimento di un rilevante risultato finale.
L’effetto delle diverse operazioni `e stato monitorato tramite le tecniche d’indagine a nostra disposizione: microscopia ottica ed elettronica, profilometria, diffrattometria e spettroscopia X, spettrometria di massa, suscettometria e misure in radiofrequenza. Continue reading
Deposizione via Sol-Gel di Interlayer di Lal-xSrxMn03 per semicelle a combustibile ad ossido solido anodo-supportante-Master Thesis Barison Simona
Author: Barison Simona ; Type of thesis: Master Thesis
Abstract: Tra i sistemi attuali di conversione dell’energia con basso impatto ambientale, le celle a combustibile sono tra quelli che destano il maggiore interesse. Ipotizzate dal fisico inglese William Grove sin dalla fine dell’800, vennero realizzate per la prima volta nel 1959. Tuttavia, solo negli ultimi anni la ricerca in questo settore ha avuto una straordinaria crescita in campo automobilistico, per dispositivi portatili, per impianti elettrici domestici o per grandi centrali elettriche. Tale sviluppo è giustificato dal sempre maggiore interesse per le problematiche ambientali e dal notevole miglioramento tecnologico nel settore dei materiali, che ha portato ad avere celle a combustibile con efficienze e stabilità termiche e meccaniche decisamente più elevate a costi minori e per cui è possibile ipotizzare uno sviluppo commerciale di questi dispositivi in tempi relativamente brevi. Tra i vari tipi di celle a combustibile, le celle ad ossido solido (Solid Oxide Fuel Cell, SOFC) sono in fase di sviluppo per applicazioni stazionarie quali piccole centraline elettriche o grandi impianti e i primi prototipi sono già stati testati con successo. Tali dispositivi, però, necessitano di temperature
di esercizio molto elevate (800 ÷ 1000°C) e quindi di materiali elettrodici, elettrolitici e di interconnessioni metalliche che resistano a tali temperature. Ciò comporta costi notevoli per l’impianto e, in vista di una loro potenziale commercializzazione, si è reso quindi necessario lo sviluppo di nuovi materiali per abbassare le temperature a valori attorno a 500 ÷ 800°C, ovvero nel range di temperature definite “intermedie” (IT-SOFC, Intermediate Temperature SOFC). L’istituto IENI (Istituto per l’Energetica e le Interfasi) del CNR di Padova, in cui questo lavoro di tesi è stato svolto, è attualmente coinvolto, assieme ad altri istituti del CNR, quali l’ITAE (Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia) di Messina e l’ISTEC (Istituto di Scienza e Tecnologia dei materiali Ceramici) di Faenza, ad istituti universitari e ad aziende italiane, in alcuni progetti che promuovono in ambito nazionale lo sviluppo di sistemi SOFC basati su tecnologia italiana ed hanno come obiettivi la sintesi di materiali innovativi e la realizzazione di stack SOFC (circa 500 W) operanti a temperature intermedie, oltre al testing di stack commerciali. Nell’ambito di questi progetti, il gruppo di ricerca in cui questa attività è stata svolta ha orientato le indagini verso la deposizione mediante PVD (Physical Vapor Deposition) di film elettrolitici a base di ceria drogata con gadolinia (Gadolinia Doped Ceria, GDC) su anodo supportante. La GDC è, infatti, nota come materiale elettrolitico avente buona conducibilità ionica (10-4 ÷ 10-2 S cm-1) nel range di temperaturacompreso tra 400 e 650°C. In questa configurazione di cella si è deciso di impiegare un anodo supportante costituito da un cermet Ni-YSZ, ovvero un composito ceramica-metallo a base di nichel metallico e ossido di zirconio stabilizzato con un 8% molare di ossido di ittrio (Yttria Stabilized Zirconia, YSZ). Tale anodo è attualmente uno dei più studiati perché presenta un’ottima stabilità meccanica anche a temperature elevate ed è quindi in grado di supportare meccanicamente la cella, oltre ad avere le caratteristiche richieste di conducibilità ionica ed elettronica alle temperature di esercizio. Inoltre, pur essendo allo studio l’impiego di anodi Ni-GDC, chimicamente compatibili con l’elettrolita a base di GDC, tali cermet hanno caratteristiche meccaniche inferiori a quelli a base di YSZ e mostrano alcune problematiche nell’ambiente anodico riducente per la parziale riduzione del Ce(IV) a Ce(III).
Perciò, volendo utilizzare come elettrolita la GDC su anodi a base di YSZ, alcuni autori riportano che ad alte temperature la ceria reagisce con la zirconia per formare un film interfacciale isolante, che causa una caduta di potenziale all’interfaccia anodo/elettrolita. Inoltre, l’anodo è molto poroso e, durante Continue reading
Trattamenti di superficie per la sbavatura e la finitura di rotori in Avional delle pompe turbomolecolari Varian-Master Thesis Brichese Marianna
Author: Brichese Marianna ; Type of thesis: Master Thesis
Abstract: THIS THESIS IS PROTECTED BY TRADE SECRET. IF YOU WANT TO CONSULT IT, You need to contact the Master Director
Il lavoro svolto dalla candidata durante il Master in Trattamenti di Superficie per L’Industria si inserisce all’interno di una collaborazione Laboratori Nazionali di Legnaro-VARIAN®, nata per l’interesse dell’azienda a risolvere il problema della sbavatura dei rotori in avional di pompe turbomolecolari. Infatti le bave, che sono dovute alla lavorazione meccanica, a causa dell’alta velocità di rotazione del rotore potrebbero staccarsi e compromettere il funzionamento della pompa turbomolecolare stessa.
I processi analizzati (attacco chimico, elettrolucidatura e burattatura) sono tecniche di finitura superficiale molto importanti e diffuse nell’industria, soprattutto a causa della loro versatilità che ne rende le applicazioni molto diverse tra loro.
Il lavoro di Tesi di Master presentato vuole essere sia un riepilogo delle conoscenze apprese durante il master in questo campo, sia uno strumento utile per la prosecuzione della collaborazione: i capitoli finali sono infatti concepiti in modo tale da ricostruire nel modo migliore possibile la storia di tale progetto. Continue reading
Trattamenti di superficie applicati alla decontaminzaione da ultra tracce di elementi radiattivi da componentistica in rame utilizzata per l’Osservatorio Criogenico Sotterraneo di Eventi Rari CUORE-Master Thesis MENEGATTI PAOLO
Author: MENEGATTI PAOLO ; Type of thesis: Master Thesis
Abstract: Uno dei problemi che sorgono quando si ha a che fare con impianti centrali nucleari di potenza[1,2] è la contaminazione radioattiva dei materiali impiegati nell’arco di tutto il processo produttivo: dalla estrazione e macinazione del minerale, alla raffinazione e arricchimento, al
funzionamento del reattore e ricondizionamento del combustibile esausto.
Abitualmente i rifiuti nucleari vengono solidificati e compattati prima di essere sepolti in depositi sotterranei civili e militari che sono per loro natura di capacità limitata; di conseguenza è di primario interesse lo studio di tecniche in grado di separare la frazioni a diverso grado di radioattività, dette di decontaminazione, per permettere una ottimizzazione degli spazi disponibili. Le tecniche di decontaminazione possono esser sia di natura chimica che fisica. Fra le tecniche ormai mature impiegate per la decontaminazione si annoverano la pallinatura, la lucidatura con miscele acqua/ceramica e la dissoluzione ad opera di agenti chimici, che però propongono ulteriori problemi in quanto le miscele lucidanti e gli acidi impiegati devono poi essere considerati a loro volta radioattivi ai fini dello smaltimento. Recentemente[2], si è pensato di utilizzare tecniche di arco a bassa pressione per trattare le superfici contaminate da radiazioni. La tecnica si basa sulla possibilità di erodere lo strato radioattivo superficiale preferenzialmente rispetto al substrato metallico sottostante: l’arco
catodico permette di erodere lo strato superficiale in tempi dell’ordine di un secondo per cm2 . L’efficienza di questa tecnica è stata valutata nell’80%.
Il materiale radioattivo proveniente dal materiale da decontaminare si deposita sulle superfici affacciate all’arco, e risulta quindi di facile eliminazione. Partendo da questo problema tecnologico, si è pensato di applicare tecniche simili per pulire i telai in Cu che costituiscono parte del rivelatore dell’esperimento CUORE.
… Continue reading
Modificazione della macchiabilità di piastrelle ceramiche e pietra naturale mediante Sol-Gel-Master Thesis MIORIN ENRICO
Author: MIORIN ENRICO ; Type of thesis: Master Thesis
Abstract: L’obiettivo di questa tesi è stato il miglioramento delle proprietà estetiche di piastrelle commerciali in grès porcellanato e di varie tipologie di pietra naturale, con particolare attenzione all’incremento della resistenza alle macchie. Piastrelle ceramiche e pietre naturali vengono impiegate come materiale per rivestimenti di carattere estetico e funzionale in ambito edilizio. L’industria che le produce è in continua evoluzione e, nonostante in Italia si stia verificando una contrazione del distretto ceramico, il mercato mondiale è in continua espansione. All’interno del settore delle piastrelle ceramiche, il grès porcellanato va assumendo un’importanza sempre crescente. Il suo utilizzo si sta progressivamente estendendo da segmenti di mercato estremamente ridotti, per quantità e specializzazione applicativa, a segmenti sempre più diversificati. Infatti, mentre nel passato il prodotto era essenzialmente impiegato in ambiente industriale per le sue eccezionali caratteristiche tecniche, oggi, è utilizzato con volumi sempre crescenti anche in ambiente commerciale e domestico. Questo grazie al recente raggiungimento di notevoli potenzialità estetiche che ne consentono la penetrazione verso utenze più sofisticate. Il suo attuale sviluppo è da attribuirsi alla formulazione di nuove composizioni chimico-mineralogiche associata all’applicazione di più moderne metodologie produttive. La pietra naturale, invece, è apprezzata soprattutto nel settore architettonico e decorativo dove la valenza estetica è un valore aggiunto fondamentale. Infatti, nonostante i progressi fatti dall’industria ceramica sotto questo aspetto, le peculiari caratteristiche estetiche del prodotto naturale restano ancora insuperate. Per aumentarne ulteriormente la competitività e rafforzarne la penetrazione in nuovi mercati è fondamentale però migliorare ulteriormente le già eccezionali
caratteristiche di questi prodotti andando soprattutto ad aumentarne la resistenza a macchiatura. Infatti il problema della macchiabilità è particolarmente sentito per entrambe le tipologie di materiale e la sua origine è la stessa: la presenza di una porosità aperta in superficie che funge da centro di accumulo dello sporco, la cui rimozione risulta estremamente difficile. Pertanto, nel corso dell’attività sperimentale la soluzione a questa specifica richiesta è stata individuata nell’occlusione della porosità superficiale e perseguita mediante trattamento dei materiali presi in esame utilizzando la tecnica sol – gel. La ricerca si è articolata in varie fasi, seguendo due diverse strategie d’intervento per le due diverse tipologie di materiale: con la prima si è andati a lavorare sulle pietre naturali, con la seconda si è intervenuti sulle piastrelle ceramiche al verde.
Nel primo caso si è cercato preliminarmente di eliminare, o quantomeno limitare, la porosità di alcune varietà di pietre naturali mediante deposizione di film inorganici sottili a base di silice ottenuti via sol-gel, che non andassero ad alterare l’aspetto estetico del substrato ceramico. In un secondo momento, partendo dalla considerazione che i liquidi sporcanti sono a base acquosa o oleosa, si è proceduto alla funzionalizzazione dei film mediante utilizzo di precursori ibridi contenenti catene fluorurate idro- e oleorepellenti.
In questa fase sono state sfruttate le competenze acquisite in passato dal
gruppo di ricerca dell’Istituto per l’Energetica e le Interfasi del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso cui è stato effettuato questo lavoro di tesi. Infatti, lo IENI – CNR era stato coinvolto all’interno del Progetto Finalizzato “Materiali Speciali per Tecnologie Avanzate II” (PF – MSTA II) del CNR, in una unità operativa che si è occupata del miglioramento estetico e funzionale di piastrelle in grès porcellanato levigate. Il lavoro svolto in quella occasione ha fornito un’utile base di partenza per lo sviluppo dei trattamenti sulla pietra naturale.
Nel secondo caso si è cercato di ridurre la Continue reading
Messa a punto e caratterizzazione di depositi di oro su pellame-Master Thesis Battiston Simone
Author: Battiston Simone ; Type of thesis: Master Thesis
Abstract: La ditta Laurum S.p.a., azienda orafa di Bassano del Grappa, ha introdotto nel mercato prodotto chiamato “Oro pelle” che ha suscitato particolare curiosità e interesse nel settore orafo. L’azienda, già titolare di un altro brevetto per “Oro filato” (il filo di base per la produzione di gioielli multifili), si è
avvalsa dell’assistenza dell’Istituto per l’Energetica e le Interfasi (IENI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la messa a punto del processo e per la certificazione di questo nuovo prodotto.
La principale novità introdotta è stata di sfruttare la tecnica di deposizione fisica da fase vapore “Magnetron Sputtering” per ricoprire pelle e cuoio con
film di metalli preziosi, ottenendo così un materiale di maggior impatto sul mercato (figure 1, 2, 3). La messa a punto del processo industriale,
al fine di ottenere un prodotto con caratteristiche ottimali, deve tener conto di numerosi fattori: un capo in pelle da indossare, infatti, è soggetto a sollecitazioni continue (flessione, trazione, sforzi di taglio) e se il rivestimento non perfettamente aderente al substrato, quasi a costituire parte integrante del materiale, si arriva facilmente al suo distacco. Le problematiche da risolvere, quindi, sono numerose. La ricerca si è focalizzata principalmente sull’ottimizzazione dell’adesione del film al substrato e sulla stabilizzazione e
riproducibilità del colore finale.
A causa degli accordi di riservatezza che intercorrono con il committente, alcune informazioni relative al design sperimentale ed ai materiali utilizzati non sono stati inseriti in questa tesi. Continue reading
Studio delle tecniche low pressure CVD ed arco catodico in vuoto per la deposizione di film sottili di Diboruro di Magnesio-Magistralis Degree Thesis Marco Guidolin
Author: Marco Guidolin ; Type of thesis: Magistralis Degree Thesis
Abstract: Continue reading